Bersani: "Berlusconismo a punto critico", Pd sarà "responsabile"
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Bersani: "Berlusconismo a punto critico", Pd sarà "responsabile"
(Reuters) - In un'intervista pubblicata oggi, il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani dice che "siamo al secondo tempo del berlusconismo", e lascia intendere che il Pd sarebbe pronto a partecipare a un governo di unità nazionale, ma senza il premier Silvio Berlusconi.
"Le forze più responsabili del centrodestra... riconoscano che il Paese è senza guida, che non si sta facendo nulla per gli italiani, che non si può andare avanti per mesi e mesi in queste condizioni", ha detto Bersani, impegnato fino a domani in un viaggio negli Stati Uniti, nell'intervista pubblicata dal quotidiano "l'Unità".
Secondo il leader democratico, "a questo punto è innegabile che siamo al secondo tempo del berlusconismo, una fase in cui il meccanismo populista si scontra con la realtà, con l'incapacità a fare le riforme necessarie e a parlare con sincerità al paese".
Il governo di centrodestra, alle prese con una manovra da circa 25 miliardi su cui si appresta a porre la fiducia, è diviso al suo interno tra la maggioranza berlusconiana e la minoranza che fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini, che critica il ddl intercettazioni e chiede le dimissioni di esponenti del Pdl e del governo inquisiti in alcune indagini della magistratura su presunti appalti illeciti.
Ieri Berlusconi ha puntato il dito contro le "artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell'interesse di tutti", e ha parlato di "clima giacobino e giustizialista".
Il premier ha anche escluso ipotesi di governi di "larghe intese", come quello ventilato nei giorni scorsi dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che comunque non ha posto come precondizione l'uscita di Berlusconi.
Condizione che invece Bersani pone con forza nell'intervista di oggi: "Per noi questo è un punto ineliminabile. Questo è il secondo tempo e un terzo tempo non c'è".
Il segretario del Pd non parla esplicitamente di governo di "larghe intese", ma chiede una discussione generale in Parlamento sulle inchieste della magistratura e gli scandali che vedono coinvolti esponenti del centrodestra: "Quella discussione sarà l'occasione, se ritiene la maggioranza, per fare un discorso serio, per chiedersi se sono in grado di governare il paese... Si comincia a ragionare da qui in poi, da questo riconoscimento. Dopodichè, qualora ci fosse, la parola non toccherebbe a noi ma al presidente della Repubblica, e il Pd si comporterebbe come la forza responsabile che è".
(Reuters) - In un'intervista pubblicata oggi, il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani dice che "siamo al secondo tempo del berlusconismo", e lascia intendere che il Pd sarebbe pronto a partecipare a un governo di unità nazionale, ma senza il premier Silvio Berlusconi.
"Le forze più responsabili del centrodestra... riconoscano che il Paese è senza guida, che non si sta facendo nulla per gli italiani, che non si può andare avanti per mesi e mesi in queste condizioni", ha detto Bersani, impegnato fino a domani in un viaggio negli Stati Uniti, nell'intervista pubblicata dal quotidiano "l'Unità".
Secondo il leader democratico, "a questo punto è innegabile che siamo al secondo tempo del berlusconismo, una fase in cui il meccanismo populista si scontra con la realtà, con l'incapacità a fare le riforme necessarie e a parlare con sincerità al paese".
Il governo di centrodestra, alle prese con una manovra da circa 25 miliardi su cui si appresta a porre la fiducia, è diviso al suo interno tra la maggioranza berlusconiana e la minoranza che fa capo al presidente della Camera Gianfranco Fini, che critica il ddl intercettazioni e chiede le dimissioni di esponenti del Pdl e del governo inquisiti in alcune indagini della magistratura su presunti appalti illeciti.
Ieri Berlusconi ha puntato il dito contro le "artificiose burrasche scatenate dalla vecchia politica politicante e da quanti, in maniera irresponsabile, giocano una partita personale a svantaggio dell'interesse di tutti", e ha parlato di "clima giacobino e giustizialista".
Il premier ha anche escluso ipotesi di governi di "larghe intese", come quello ventilato nei giorni scorsi dal leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che comunque non ha posto come precondizione l'uscita di Berlusconi.
Condizione che invece Bersani pone con forza nell'intervista di oggi: "Per noi questo è un punto ineliminabile. Questo è il secondo tempo e un terzo tempo non c'è".
Il segretario del Pd non parla esplicitamente di governo di "larghe intese", ma chiede una discussione generale in Parlamento sulle inchieste della magistratura e gli scandali che vedono coinvolti esponenti del centrodestra: "Quella discussione sarà l'occasione, se ritiene la maggioranza, per fare un discorso serio, per chiedersi se sono in grado di governare il paese... Si comincia a ragionare da qui in poi, da questo riconoscimento. Dopodichè, qualora ci fosse, la parola non toccherebbe a noi ma al presidente della Repubblica, e il Pd si comporterebbe come la forza responsabile che è".
Zucchetto- Malato del forum
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