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DDL sviluppo in numeri

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Messaggio  alessimaga Mer 1 Giu 2011 - 13:01

Con il DDL di sviluppo presentato lo Stato avrà una spesa derivante dai CAPI 2,3,4,5 di circa 4,8 miliardi. Il CAPO 1 produce maggiori entrate pari a 3 miliardi e 880 milioni. Il miliardo di differenza tra uscite ed entrate verrà colmato tramite utilizzo delle risorse già stanziate nella finanziaria.

Le entrate saranno:

· di 230 milioni per le misure riguardanti il porto d’armi e le maggiori tassazioni a carico dell’industria bellica;

· 450 milioni attraverso l’introduzione della tassa sulla pubblicità, tassa presente in tutti i Paesi europei;

· 2 miliardi proverranno dalla tassazione delle rendite finanziarie, questa tassazione sarà pari al 23% e comporterà un’equiparazione di tutte le diverse aliquote presenti in Italia per tassare le rendite, questa equiparazione permette una riduzione dell’imposte sui depositi bancari del 4% (vero risparmio delle famiglie italiane) andando a colpire guadagni avuti da obbligazioni, plusvalenze, ecc;

· 1 miliardo e 200 milioni provengono dall’introduzione di 2 nuove aliquote negli scaglioni IRPEF, in questo modo si tassano i redditi alti o altissimi, si ridistribuisce la ricchezza e si rende il sistema di tassazione IRPEF ancora più progressivo.

Le uscite saranno:

· L’art. 4 concernente misure per l’occupazione giovanile produrrà 250 milioni di uscite, inizialmente erano 400 milioni ma tale cifra è stata ridotta in favore di altri interventi che potrebbero essere anche più efficaci;

· L’art 5 anche se produrrà minori entrate non avrà costo per lo Stato in quanto quelle entrate non erano previste poiché manca l’elemento base per tale tassazione ovvero l’attività produttiva, però produrrà grandi successi in quanto le imprese saranno invogliate ad investire sul territorio italiano e ciò permetterà maggiori entrate da IRPEF, IVA ed imposte contributive;

· L’art 6 comporterà un credito d’imposta per i lavoratori assunti nelle regioni del sud, ciò non comporterà costi superiori ai 120 milioni dato che sarà finanziato in parte dall’UE;

· L’art. 7 produrrà un costo di 400 milioni per il finanziamento del fondo antidelocalizzazioni in modo da evitare fughe di capitali industriali;

· L’art. 8 introduce l’auto-imprenditorialità giovanile che consente di estendere a tutte le imprese controllate da giovani le stesse agevolazioni che hanno le cooperative e in più godranno del dimezzamento dei contributi previdenziali e dell’IVA a debito per le prestazioni svolte presso la P.A., quest’operazione sarà quasi tutta autofinanziata dalle maggiori entrate IRPEF grazie al lavoro che produrrà e in più lo Stato stanzia 100 milioni;

· L’art 9 introduce un credito d’imposta di 3000 € per le assunzioni in tutta Italia, la spesa stimata è di 300 milioni l’anno tuttavia lo Stato ha un ricavo di 460 milioni di Irpef e 660 milioni di contributi sociali;

· L’art 10 produce una spesa di 200 milioni ma renderà parte del demanio pubblico buono per darlo in concessione, privatizzarlo o lasciare che ne usufruiscano enti e istituzioni pubbliche;

· L’art. 11 e l’art 12 hanno un costo totale di 450 milioni di euro e hanno lo scopo il primo di ristrutturare e ammodernare la rete idrica sul territorio nazionale (questo costa 100 milioni l’anno) il secondo invece è il finanziamento al DDL sulla gestione dell’Acqua che ha un costo di 350 milioni per 4 anni in modo da rendere completamente esecutiva quella legge;

· L’art 13 avrà un costo complessivo di 440 milioni di cui 100 per un fondo presso l’ENEL affinché aumenti la produzione di energia rinnovabile e 340 per la ricerca sulle rinnovabili tramite un fondo creato presso il MIUR, tramite questa norma si potrebbe ridurre l'importazione di energia dall'estero e si creeranno numero posti di lavoro;

· L’art 14,15,16,17,18,19,20,21,22 avranno un costo di 2 miliardi e 607 milioni e mireranno a finanziare la scuola, la ricerca e l’università. L’art 14 che ha un costo di 250 milioni ha lo scopo di migliorare l’edilizia scolastica ma avrà anche uno scopo lavorativo infatti si darà possibilità di lavoro al settore edilizio in questo periodo in crisi, l’art 15 ha un costo di 40 milioni e finanzierà l’aggiornamento dei docenti della scuola secondaria di secondo grado a seguito della riforma scolastica, l’art. 16 aumenterà i finanziamenti per le borse di studio portandoli a 700 milioni per un esborso aggiuntivo pari a 219 milioni, l’art 17 prevede l’assunzione di tanti precari quanti sono i posti vacanti annualmente per tanto l’assunzione di circa 60 mila precari il tutto però avrà un impatto di 50 milioni in quanto già quei posti erano coperti dai precari si tratta solo di stabilizzarli e adeguarli lo stipendio, l’art 18 prevede l’esenzione dal pagamento IRES a tutti gli Enti di ricerca e università questa norma non produce costi in quanto si produrrà un giro di ricchezza che aumenterà altre basi imponibili (IVA, IRE, Contributi, ecc), l’art 19 prevede un credito d’imposta a favore delle imprese che investono in ricerca ciò costerà circa 55 milioni per l’anno in corso, l’art 20 è un fondo per le residenze universitarie che incrementerà la dotazione finanziaria portandola a 500 milioni con un costo di 460 milioni, l’art 21 aumenta i fondi per il sostegno all’istruzione (il diritto allo studio) in quanto si è resi conto che le regioni non hanno le risorse necessarie per finanziarie ciò l’aumento sarà di 567 milioni, l’art 22 aumenta i finanziamenti per il funzionamento delle strutture didattiche di 260 milioni;

· L’art 23 porterà un costo di 500 milioni ma avvierà decine di cantieri per la modernizzazione del Paese e creerà migliaia di posti di lavoro ovvero quello che chiede il mondo del lavoro, aumentare gli investimenti nelle infrastrutture per creare lavoro e rendere competitivo il paese;

· L’art 24 avrà un costo 200 milioni e migliorerà tutto il sistema ferroviario con conseguente aumento di ricchezza e lavoro.
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